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Il TAT (Thematic Apperception Test) nella pratica clinica e peritale

E con il week end appena trascorso si conclude il modulo V Test proiettivi e di personalità.

Dopo le lezioni del Prof Luciano Giromini dell’università di Torino che ci ha illustrato il test di Rorschach secondo il sistema R-PAS, in questo fine settimana la dott. Lucia Viviana Massaro, Psicologa, specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta del bambino dell’adolescente e della coppia e coautrice di uno dei manuali più largamente utilizzati nello scoring del test Thematic Apperception Test, ci ha illustrato questo strumento che fa parte della categoria dei metodi tematici costruttivi, utilizzato in psicologia e psichiatria per l'indagine della personalità. In particolare, valuta il contenuto dei pensieri espressi e le fantasticherie del soggetto, permettendo al clinico la conoscenza contemporanea di emozioni, atteggiamenti e processi cognitivi del soggetto.

Dopo il test di Rorschach, il TAT è il test proiettivo più usato e diffuso al mondo e il sistema SCORS, Social Cognition and Object Relation Scale di Drew Wester, presentato dal master, si propone come un sistema di scoring che permette una valutazione delle relazioni oggettuali e delle rappresentazioni sociali dei soggetti che vengono sottoposti a questo test.

Esistono diverse versioni del TAT come ad esempio la versione per bambini di età tra i 3 e i 10 anni, il CAT (Children Apperception Test), costituita da dieci storie di animali in situazioni diverse, come pure la versione per anziani, SAT (Senior Apperception Test) che viene in genere impiegato per soggetti dai 61 anni in poi. Nel master si è scelto di formare gli allievi solo per la versione TAT intanto perché maggiormente utilizzata in diversi contesti, ma anche perché supportata da una più ampia fetta di letteratura scientifica, in linea con i criteri dell’Evidence based con cui il master si muove.

La dottoressa Massaro ha presentato i costrutti teorici da cui deriva lo strumento partendo da Henry Murray, autore delle tavole stesse che fin dal 1935 ha iniziato a studiare la personalità e a formulare la sua teoria dei bisogni, per cui il test nacque.

Le tavole presentano varie situazioni di vita, con uno o più personaggi e con diversi gradi di strutturazione dell'immagine. L'ambiguità e la poca strutturazione dello stimolo sono le caratteristiche fondamentali delle tecniche basate sulla proiezione. Si richiede al soggetto di costruire una storia intorno alla figura presentata, con un passato, il presente, la conclusione, i sentimenti e i pensieri. L'ipotesi centrale è che il soggetto si identifichi con il personaggio principale delle tavole, attribuendo così al personaggio sentimenti e bisogni che fanno in realtà parte del suo vissuto, e che sono espressione del suo mondo interno (inconscio).

La "creazione di storie" porta il soggetto ad operare a più livelli, spazio percettivo/immaginario; processo primario\secondario; contenuto raccontato/significante, etc. Per questo motivo, il TAT fornisce informazioni anche sulla struttura di personalità, in quanto essa si rivela nello stile con cui viene espresso il proprio immaginario all'interno degli stimoli tematici (figura-racconto).

La docente ci mostra come lo strumento possa essere impiegato non solo in ambito clinico, ma anche in ambito giudiziario: molto interessante la storia clinica di “Franco” presentata a cui è stato somministrato il Thematic Apperception Test, su cui gli allievi hanno lavorato attivamente cercando di applicare i criteri di scoring del metodo SCORS presentato.